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Il senso dell'Acqua

Immagine del redattore: scuoladistregheriascuoladistregheria



Uno dei miei sogni più grandi, è quello di visitare nel corso della mia vita tutti gli oceani, ma al momento sono riuscita solo a vedere l'Atlantico e il Pacifico quindi temo che resterà solo un sogno. 

Nel frattempo, appena posso, viaggio per acque, su acque, nelle acque, alla ricerca delle acque più belle e sacre.

Da circa vent’anni ho riscoperto la mia naturale propensione a tutto ciò che è sacro, magico, misterioso. Non che prima non lo sapessi, ma lo rifuggivo, un po’ per condizionamento, un po’ per paura. Solo l’acqua mi ha sempre trasmesso appartenenza, e i suoi abitanti mi hanno sempre affascinata, attirata, come se fossi in grado di comunicare con loro.

Il senso delle acque è memoria, purificazione, vita, morte. Alcuni anni fa ho iniziato anche a ricercare le fonti sacre e la gioia più grande è stata scoprire che vicino a casa mia ce ne sono molte.


Quest'anno a proposito di “acque” ho fatto una esperienza particolare. Durante un viaggio nello Yucatan ho scoperto l’esistenza dei Cenote, luoghi dove le acque si mescolano, fluiscono, sgorgano e sono un mix di tutto ciò che è fluido.


Iniziamo con la definizione: I Cenote sono una particolare formazione geologica di milioni di anni fa. La formazione dei cenote viene fatta risalire a stadi di basso livello marino nel corso delle glaciazioni pleistoceniche. Rappresentano grotte carsiche parzialmente o totalmente collassate. I cenote allo stadio di maturità sono simili a piccoli laghi circolari o lagune con cascatelle ai margini. In alcuni casi i cenote sboccano nell'oceano e in questo caso si ha una mescolanza di acqua dolce e salata. (Wikipedia).


Il loro nome ha origine Maya e significa, grotta di acqua sacra. Ovviamente per i popoli Maya, non poteva che essere così, ed io mi sono sentita chiamata da questa immersione profonda, guaritrice e purificatrice.





Quando ho scoperto questa cosa ho cambiato la prospettiva di viaggio, letteralmente fluendo nella programmazione. Inizialmente avevo progettato varie escursioni alle piramidi, vita notturna nella capitale e poi il mar dei Caraibi, dove avrei potuto nuotare come una sirena. Ma andando sulla rete internet per capire come organizzare il mio viaggio ho appunto visto video ed immagini dei cenote e mi sono letteralmente folgorata. A pochi giorni dalla partenza, ho modificato quasi tutto, non potevo che seguire il richiamo delle acque e lasciarmi travolgere e nutrire da esse.


Per il culto Maya i mondi sono tre: superiore, di mezzo e inframondo (definizione di una guida maya).

Nell’inframondo sotterraneo si trovano nove dei che lo governano. Sono dei della morte e del sacrificio.

Le acque sono su tutti e tre i livelli e il Dio della Pioggia: Chaac è forse il più importante e quello che ha portato il culto maya a compiere i sacrifici umani. Degli Dei Maya infatti sono più rinomati il serpente piumato e il dio del mais, ma è al dio della pioggia che la sopravvivenza era principalmente legata.


Il mio viaggio nelle acque profonde:


La prima grotta era completamente chiusa e l'entrata era una scala quasi perpendicolare e stretta, scavata nella roccia che consente il passaggio di una persona alla volta, come quando si va nella profondità della terra per esplorare le grotte carsiche di cui l'Italia è ricca.

Scendo gli scalini alti e verticali (io sono particolarmente sensibile al vuoto e all'altezza) entrando nel buio della terra quando a pochi metri si apre la grotta illuminata artificialmente. Uno spettacolo, le sue acque scure erano di colore verde-blu. La tentazione di tuffarmi è stata frenata solo dall’impiccio del giubbotto di salvataggio obbligatorio in quasi tutti i Cenote. Immergendomi la sensazione è stata come di rientrare nel grembo materno. Di essere assorbita da quelle acque dal sapore ferroso, come se quel luogo mi aspettasse per regalarmi una nuova vita.


Con Giovanni mio marito, ci guardavamo muti e come bambini in una festa, esploravamo ogni angolo della grotta tuffandoci a più riprese. C'erano punti dove la roccia affiorava e altri che si perdevano in tunnel profondi. Due sub, dopo pochi minuti che erano entrati nell’acqua sono scomparsi ai nostri occhi, inghiotti dalla dea della profondità, in cerca di cunicoli e vie che emergevano in altri mondi.

I cenote, non sono solo piscine naturali di una bellezza sconvolgente, ma sono anche abitati da pesci che viaggiano lungo i fiumi sotterranei per tutto il Messico e questa cosa mi emoziona in modo particolare. A tratti è come se potessi vedere con la visione della mente ciò che loro vedono. Devo dire che ho provato la bilocazione molte volte da quando ho preso la decisione di questo viaggio.





Ogni Cenote ci hanno regalato emozioni diverse perché non ce n'è uno uguale all'altro. Alcuni erano molto profondi e c’erano punti per tuffarsi alti anche 10 mt. Poi ce ne erano altri che erano raggruppati in quattro o più tipi e potevi fare quindi esperienze diverse nello stesso luogo. Infine siamo andati a Calavera uno dei cenote famosi che in lingua maya significa “Teschio” ed infatti, non puoi sbagliare. Già all’entrata enormi teschi dipinti e scheletri di legno ci accoglievano, per scoprire poi che il cenote ha tre bocche così da sembrare dall’alto proprio un teschio. La cosa incredibile è che ti tuffi dentro e realizzi di essere nella testa della madre terra.


Ma il cenote più particolare è stato quello all’interno della riserva della Biosfera Ria Celestùn, una laguna gigantesca di mangrovie, abitata di pellicani, fenicotteri rosa, termiti e coccodrilli. Il cenote è chiamato occhio d’acqua “Ria Ojo de agua” un luogo misterioso perché non ha un confine di roccia come gli altri. È una polla d’acqua dolce circondata di acqua salata. È stato pazzesco mescolarsi ad acque di laguna e acqua di mare, come connettere tra più mondi e sentire che ci sono infinite possibilità.


Ogni immersione era per me occasione di purificazione e benedizione. Cantavo, benedicevo il luogo e me stessa, mi immergevo osservavo, ascoltavo il silenzio e sprofondavo negli abissi per riemergere. Poi mi intrufolavo sotto le rocce a pelo d’acqua, nei punti più bui delle grotte e restavo ferma sapendo che non sarei potuta restare a lungo in questo mondo fantastico, quindi dovevo assaporare ogni istante. 


In alcuni Cenote, quelli vicino alle piramidi, hanno trovato migliaia di ossa umane. Probabilmente veri e propri sacrifici umani. Ho cercato di portare il mio canto e la mia preghiera per quelle morti antiche e per le vittime che vengono sacrificate ancora oggi in nome della stabilità della comunità. Persone costrette e a volte indottrinate a tal punto da sentirsi fortunate a sacrificarsi per gli altri, sembra assurdo, ma ancora oggi accade. Il valore della comunità viene messo al di sopra del valore del singolo, come se il singolo di per sé non avesse valore.  


Il Messico è un luogo dove l’idea della morte non è lontana dalla vita e dove il teschio ne è il simbolo insieme alla tequila, alla festa e al cibo. Un tripudio di bellezza e disperazione, lusso indotto dallo stile americano e cruda vita nelle capanne allestite solo di amache. Colori ovunque e voglia di parlare tra la gente. 

Una esperienza indimenticabile che può destare timore, ma che ripagherà di ogni fatica.

In questo periodo anche nel nostro emisfero ci si dedica alla sacralità dell’acqua. Acque che scorrono e acque piovane. I rituali dell’acqua sono moltissimi e il più popolare è sicuramente quello del Solstizio con le vele di chiara d’uovo che s’innalzano per predire un ricco raccolto, ma anche l’acqua fiorita con la quale ritrovare la gioventù e rinfrescare la pelle dopo l’inverno.

Che ognuna possa trovare il proprio rituale, le parole, le preghiere e sentire la connessione profonda con l’acqua.


Vi lascio alcune delle dee e ninfe che ho trovato legate alle acque. L'elenco non è esaustivo, ogni luogo ha una leggenda, memorie che si perdono nella notte dei tempi.


Igea culto di guarigione

Teti dea del mare personificazione dei fiumi, sorgenti, fonti.

Doride dea del mare

Idotea ninfa del mare

Elettra una oceanina

Fan regina delle fate e antica dea del mare Atzeco

Afrodite il cui nome significa “nata dalla spuma”

Mai Mona dea della Liguria di Ponente delle polle d’acqua dolce che creano i fiumi scendendo a valle, della pioggia e delle sorgenti.

Egeria ninfa delle fonti

Mefite dea Osca, colei che sta nel mezzo, dea dei passaggi e di acque solforose.

Vacuna dea Sabina delle acque sotterranee a cui era consacrato il lago Cutiliae (oggi lago di Paterno)

Ninfa Agilla del Lago trasimeno il cui nome deriva appunto dal principe della leggenda e il pianto di Agilla lo si può ancora ascoltare (verificato da me).


E infine vi annovero a Signa provincia di Firenze, la Pietra Gonfolina o masso delle fate che è tra i più antichi monumenti naturali della terra, addirittura legato a Noè che pare si sia fermato in Etruria con tutta la famiglia dopo il diluvio.



Paola Macchia Fiamma

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